L'idealismo estetico di Schelling
Friedrich Willheim Joseph Schelling nasce a Leonberg il 21 gennaio 1775.
Schelling condivide con gli altri esponenti dell'idealismo la medesima tensione verso l'infinito, si differenzia da essi per l'affermazione della centralità della natura. Per lui, il principio infinito creatore della realtà è l'assoluto, in cui lo spirito e la natura, soggetto e oggetto vengono conciliati in una superiore unità.
L'unità indifferenziata di spirito e natura
Schelling afferma che il principio infinito creatore della realtà è l'assoluto il quale è la suprema unità di spirito e natura, soggetto e oggetto.
Il filosofo assegna alla natura una vera e propria esistenza autonoma e indipendente dalla rappresentazione dell'uomo.
➥Essa non vieni più considerata come funzione dell'azione dell'Io, né unicamente come ostacolo che la conoscenza pone sulla strada dell'affermazione di sé e della propria libertà, ma acquista una nuova centralità e importanza in quanto è intrisa di infinito ed è un miracolo vivente, perenne fonte di meraviglia.
Per Schelling la natura è spirito solidificato e addormentato, e la spiritualità che contiene, in modo inconscio e irriflesso, può essere raccolta dall'uomo attraverso l'esperienza estetica.
L'assoluto
Il principio assoluto della filosofia schellinghiana non è dunque costituito né dall'Io di Fichte, né dalla realtà materiale ma dall'unità indifferenziata di spirito e natura, Io e non Io, soggetto e oggetto, pensiero e mondo.
L'assoluto (o Dio), il principio infinito creatore della realtà, non si identifica né con il soggetto né con l'oggetto ma si pone al di là di essi, costituendo la loro comune radice.
Due direzioni della filosofia
Schelling afferma che la filosofia è <<scienza dell'assoluto>> e può seguire due direzioni:
➧la filosofia della natura➨ che parte dalla natura ("spirito visibile) e raggiunge lo spirito;
➧la filosofia dello spirito ➨che parte dallo spirito ("natura invisibile") e raggiunge la natura;
infatti spirito e natura sono due modalità di realizzazione e di espressione dell'assoluto.
L'arte come supremo organo conoscitivo
Il filosofo afferma che l'arte è il supremo organo conoscitivo➥ infatti riesce a cogliere la profondità originarie della vita e della natura grazie all'intuizione estetica, ossia la capacità di penetrare l'infinito attraverso le sue forme concrete.
Per questo l'attività dell'artista è simile a quella dell'assoluto creatore, infatti l'opera del genio si compone di ispirazione inconsapevole ed esecuzione consapevole, soggettività e oggettività, spirito e natura.
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